Acqua contaminata nel Nord Italia: scatta l’allarme


A Taggia e Sanremo è impossibile utilizzare l'acqua del rubinetto a causa di quantitativi 50 volte superiori alla norma del solvente 1,2,3-Tricloropropano

12 Marzo 2023 20:28
Fonte QuiFinanza

Acqua contaminata nel Nord Italia scatta lallarme
Fonte: iStockAcqua del rubinetto.

Emergenza acqua potabile nella provincia di Imperia, dove a Taggia e in alcuni quartieri di Sanremo i sindaci hanno emesso delle ordinanze che vietano in via precauzionale l’uso dell’acqua per fini alimentari, anche previa bollitura. La decisione è stata presa al termine di un vertice in Prefettura a Imperia, al quale hanno partecipato anche i primi cittadini di Castellaro e Riva Ligure, pre affrontare il caso dell’inquinamento da solvente 1,2,3-Tricloropropano, presente all’interno delle falde del torrente Argentina in misura di ben 50 volte superiore ai limiti stabiliti dalla legge.

1,2,3-Tricloropropano nell’acqua a Taggia e a Sanremo

La Regione Liguria ha annunciato che l’Asl 1 sta effettuando nove nuovi campionamenti sui pozzi che forniscono l’acquedotto di Taggia e del circondario. Dopo i primi dieci campionamenti, infatti, è stato riscontrato il solvente 1,2,3-Tricolopropano in quantità superiori ai limiti di legge.

I nuovi rilievi sono stati effettuati nella mattinata di domenica 12 marzo, e il materiale raccolto è stato inviato immediatamente al laboratorio dell’Arpal. Si prevede che i risultati delle analisi saranno disponibili entro le prossime 24 ore.



Fino a ulteriori disposizioni, per precauzione, l’utilizzo dell’acqua potabile è vietato in tutto il territorio comunale di Taggia e in parte di quello di Sanremo, come stabilito dalle ordinanze dei sindaci dei due comuni. L’acqua potabile viene fornita attraverso autobotti e bottigliette distribuite dalla Protezione Civile, che continua a essere impegnata nella zona. I volontari stanno lavorando incessantemente per garantire la fornitura di acqua alle persone anziane e fragili, al fine di limitare i disagi alla popolazione.

Il presidente Giovanni Toti e l’assessore della Protezione Civile e dell’Ambiente Giacomo Giampedrone hanno dichiarato che la Regione Liguria sta monitorando attentamente la situazione, a stretto contatto con le amministrazioni dei comuni interessati dall’emergenza. Il tavolo di coordinamento tecnico si aggiornerà non appena saranno disponibili i risultati dei nuovi campionamenti.

Intossicazione da 1,2,3-Tricloropropano: i sintomi

L’1,2,3-Tricloropropano è un composto chimico utilizzato principalmente come solvente per vernici e adesivi. Tuttavia, è stato dimostrato che l’esposizione a questo composto può essere dannosa per la salute umana. È classificato come un cancerogeno probabile per gli esseri umani dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), in quanto associato a diverse forme di tumore in studi su animali da laboratorio.

L’esposizione prolungata o acuta all’1,2,3-Tricloropropano può provocare una serie di sintomi.

  • Irritazione e dolore agli occhi, alla pelle e alle vie respiratorie.
  • Disturbi gastrointestinali.
  • Mal di testa.
  • Nausea e vomito.
  • Sonnolenza.
  • Perdita di coscienza.
  • Danni ai reni e al fegato.

Per questo motivo le autorità sanitarie impongono dei limiti di legge sulla quantità di 1,2,3-Tricloropropano presente nell’acqua potabile. Se i limiti vengono superati, l’acqua può diventare pericolosa per la salute umana e l’ambiente circostante, visto che questa sostanza può uccidere anche gli organismi acquatici e danneggiare l’ambiente.

In caso di contaminazione delle falde, è necessario adottare misure di emergenza per garantire l’approvvigionamento di acqua potabile e sicura alla popolazione, in attesa che i valori rientrino nella norma.

Come già detto, bollire l’acqua contaminata non la rende sicura, e i fumi prodotti possono essere pericolosi e causare danni all’organismo.

Quello di Taggia e a Sanremo non è l’unico problema che riguarda l’acqua nel Nord Italia, dove è scattato già l’allarme siccità, come spiegato qua. Il Governo sta valutando la nomina di un super commissario per l’emergenza idrica, come anticipato qua. Le motivazioni per cui l’Italia ha questa grande sete sono riassunte qua.


Osmosi inversa con acqua molto dure: punti di forza e casi particolari

23 Maggio 2022
FONTE GWS

L’osmosi inversa è un trattamento dell’acqua drastico, infatti le membrane osmotiche hanno la capacità di rimuovere sino al 96% delle sostanze disciolte in acqua.

E’ un trattamento che rimuove indistintamente gran parte dei Sali disciolti, ed interviene efficacemente dove l’acqua è oltremodo ricca di Sali e si ha la necessità di ridurli, siano essi nocivi o semplicemente in abbondanza.

Dove la presenza di nitrati è elevata il trattamento con l’osmosi inversa è indicato, così come è indicato nelle zone dove il PFAS imperversa.

Dove l’acqua è molto dura per la presenza di Carbonati di Calcio o Magnesio, trattare l’acqua con l’osmosi inversa ha senso per venir incontro alle esigenze di bere leggero.

Attenzione a non considerare la capacità di abbattimento omogenea, ossia capace di ridurre tutte le sostanze della stessa percentuale.   Le membrane osmotiche non sempre hanno la capacità di fermare tutte le sostanze disciolte nell’acqua, una tra quelle che “bucano” è la co2 presente in acqua sotto forma di acido carbonico

Un caso particolare per ragionare

Recentemente siamo stati contatti da un installatore con un caso particolare, direi quasi estremo.

L’acqua osmotizzata risultava debolmente frizzante.  Appurato che a valle non ci fossero sistemi di addizionamento di co2, abbiamo chiesto il valore della conducibilità in ingresso dell’acqua. 1600 micro Siemens con una durezza oltre i 50 °F

Il mistero era presto spiegato, le membrane scartano i carbonati e non l’acido carbonico, dove l’acqua è ricca di carbonati è anche ricca di acido carbonico che altro non è che CO2 in soluzione nell’acqua. Infatti è la presenza dell’acido carbonico che impedisce al calcare di precipitare, e se l’acido carbonico evapora, il calcare precipita.

In alcuni casi il fenomeno si percepisce con un gusto metallico/amarognolo, in casi limite, come una debole gasatura. Misurando il pH del permeato si deve leggere una valore assai basso (spesso al disotto di quanto richiesto dalla normativa (pH 6,5) ,scriveremo in seguito sull’argomento, questo è indice della presenza di Co2 nell’acqua

Come ovviare il problema

Regolando la valvola di miscelazione è possibile mitigare la percezione non gradevole, dove questa regolazione non è possibile o sufficiente è necessario “tamponare” l’acido carbonico presenze, utilizzando un filtro con calcite dolomitica. Consigliamo a seguire di inserire una ultrafiltrazione per proteggersi da rischi di carica batterica.

L’acqua molto dura, è comunque una brutta bestia e tende a rovinare in maniera anticipata anche i sistemi di trattamento.

Gli organi elettromeccanici e meccanici di un impianto ad osmosi a produzione diretta  subiscono  l’usura del tempo in maniera anticipata se non interviene con un pretrattamento efficace. L’utilizzo di filtri per inibire la precipitazione del calcare a monte delle dell’impianto sono vivamente consigliati.

Come sempre non esistono soluzioni magiche ma ogni scelta deve essere ragionata.

17 febbraio 2023

FONTE ARPA

Sequenziamento acque reflue: diverse sottovarianti dominanti nei depuratori del Piemonte

17 febbraio 2023

Nella 5° e 6° settimana del 2023, relativa ai campionamenti del 30 gennaio e del 6 febbraio 2023 si ha la dominanza di diverse sottovarianti.

Nel dettaglio:

-         nella quinta settimana si ha la dominanza della sottovariante di Omicron BA.2 (Clade 21L) nei depuratori di Alessandria e Castiglione Torinese, mentre nel depuratore di Cuneo la variante dominante è BQ.1.1 (Clade 22E) e nel depuratore di Novara è BA.5 (Clade 22B);

-         nella sesta settimana si ha la dominanza della sottovariante di Omicron BA.2 (Clade 21L) nei depuratori di Castiglione Torinese e Novara, mentre nel depuratore di Cuneo la variante dominante è BE.1.2 (Clade 22B) e nel depuratore di Alessandria è XBB.1 (Clade 22F).

Di seguito le tabelle delle sottovarianti di Omicron ritrovate con bassa frequenza per ciascun depuratore.

Depuratore Castiglione Torinese (TO)

depuratoreTO15022023

Depuratore di Novara

depuratoreNO15022023

Depuratore di Alessandria

depuratoreAL15022022

Depuratore di Cuneo

depuratoreCN15022023

Non si osservano mutazioni specifiche ed univoche per la sottovariante Omicron BA.1, BA.3 e BA.4.





BONUS ACQUA POTABILE


7 mar - 31 mag
Il bonus acqua potabile è stato rinnovato anche per il 2023.
Il Bonus acqua potabile, conosciuto anche con il nome bonus depuratore, è un'agevolazione che prevede un credito d'imposta del 50% per acquistare e installare sistemi di filtraggio per razionalizzare e migliorare la qualità dell'acqua dei rubinetti, incentivando così famiglie e imprese a ridurre il consumo di contenitori di plastica.
La misura copre le spese effettuate dal dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023. Vuoi saperne di più?
Contattaci per maggiori informazioni!

FONTE CONFCOMMERCIO

APPROFONDIMENTI BONUS ACQUA POTABILE 2023, TUTTE LE INFORMAZIONI

Potrebbe essere unimmagine raffigurante corpo idrico e spazio al chiuso

Indicazioni utili sull'agevolazione per acquistare e installare sistemi di filtraggio per migliorare la qualità dell'acqua e ridurre il consumo della plastica. Domande aperte fino al 28 febbraio prossimo.

7 febbraio 2023
Il Bonus acqua potabile, conosciuto anche con il nome bonus depuratore, è un'agevolazione che prevede un credito d'imposta del 50% per acquistare e installare sistemi di filtraggio per razionalizzare e migliorare la qualità dell'acqua dei rubinetti, incentivando così famiglie e imprese a ridurre il consumo di contenitori di plastica. La misura copre le spese effettuate dal dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023.

Il contributo è gestito dall'Agenzia delle Entrate e sarà monitorato da Enea, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile. La Legge di Bilancio 2022 ha prorogato l'agevolazione, inizialmente prevista solo per il biennio 2021-2022, anche per il 2023.

Dal primo al 28 febbraio 2023 è possibile comunicare all’Agenzia delle Entrate l’importo delle spese sostenute lo scorso anno per l'acquisto e l'installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare.

Indice
Che cos'è e come funziona
Come richiedere il bonus
A chi spetta
Normativa
News e aggiornamenti
Che cos'è e come funziona
Il Bonus acqua potabile è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2021 (Legge 30 dicembre 2020, n. 178) ed è diventato operativo dal 17 giugno 2021. L'agevolazione, gestita dall'Agenzia delle Entrate, consiste in un credito d'imposta del 50% delle spese sostenute, dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2023, per comprare e installare sistemi di:

filtraggio;
mineralizzazione;
raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare.
L’importo massimo delle spese è di:

mille euro per ciascun immobile, per le persone fisiche;
5mila euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali.
L'obiettivo della misura è quello di migliorare la qualità dell'acqua dei rubinetti e incentivare così le famiglie e le imprese a ridurre il consumo di contenitori di plastica. Le informazioni sugli interventi andranno trasmesse in via telematica all'Enea, l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, che è stata incaricata di monitorare l'effettiva riduzione della plastica. L'ente, infatti, trasmetterà una relazione ai Ministeri dell'Ambiente, dell'Economia e dello Sviluppo economico una relazione sui risultati ottenuti.

Dal primo al 28 febbraio 2023 è possibile comunicare all'Agenzia l'ammontare delle spese sostenute per ricevere il credito d'imposta del 50%.

Per incentivare il risparmio dell'acqua era stata introdotta un'altra misura per sostituire i vecchi sanitari che favoriscono un minor consumo idrico: il bonus idrico o bonus rubinetti. L'agevolazione non è stata però rifinanziata per l'anno 2022.

Come richiedere il bonus
Per ottenere il contributo è necessario comunicare le spese sostenute, documentate con una fattura elettronica o un documento commerciale dove compare il codice fiscale del soggetto che richiede il credito. Per i privati e più in generale i soggetti diversi da quelli che esercitano un'attività d’impresa in regime di contabilità ordinaria, il pagamento andrà effettuato con versamento bancario o postale o con altri sistemi di pagamento diversi dai contanti. Anche le spese sostenute prima della pubblicazione del Provvedimento del 16 giugno 2021 (testo integrale al seguente link pdf) potranno essere rimborsati, basterà aggiungere alla documentazione il codice fiscale del richiedente.

L'ammontare delle spese agevolabili andranno comunicate all'Agenzia delle Entrate, nell'area riservata del sito, tra il primo e il 28 febbraio dell'anno successivo a quello di sostenimento del costo. In alternativa sarà possibile inviare la comunicazione in un file in linea con le specifiche tecniche presenti nella scheda informativa.

Il bonus può essere utilizzato in compensazione tramite F24, oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi per l’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del contributo.

A chi spetta
Il bonus acqua potabile può essere richiesto dalle seguenti categorie di soggetti:

persone fisiche;
soggetti esercenti;
enti non commerciali (compresi quelli religiosi riconosciuti e quelli del terzo settore).
Basterà accedere all'area riservata dell'Agenzia delle Entrate tramite SPID, CIE, CNS o codice fiscale. Per maggiori informazioni è disponibile una guida completa (documento pdf) dell'Agenzia con tutte le istruzioni per la compilazione.







18/01/23

IMBOTTIGLIAMENTO ACQUA


L’ACQUA PUÒ RIMANERE IMBOTTIGLIATA FINO A TRE ANNI


Ogni bottiglia d’acqua riporta in etichetta o sulla plastica una data di scadenza. Questa data di scadenza, contrariamente a ciò che si può pensare, non si riferisce al contenuto, bensì al contenitore.
A “scadere” è la bottiglia di plastica che, essendo soggetta a un processo di degradazione, con il tempo non garantisce più le caratteristiche organolettiche originarie dell’acqua.

La legge stabilisce per l’Imbottigliamento acqua un Termine Minimo di Conservazione. Si tratta del tempo in cui l’acqua può state nella bottiglia, senza che il processo di degradazione ne comprometta le caratteristiche. Questo periodo va da un minimo di 1 a un massimo di 3 anni. Ciò significa che l’acqua può rimanere in una bottiglia di plastica per 3 anni consecutivi. Quindi, l’imbottigliamento dell’acqua che beviamo può essere avvenuto fino a 3 anni prima del momento in cui la consumiamo.

Al consumatore finale non è dato di sapere la data dell’imbottigliamento acqua. Per legge non è obbligatorio riportarla. Inoltre il tempo massimo di conservazione dell’acqua in bottiglia, viene stabilito dal produttore, in base al tipo di contenitore e noi, sappiamo solamente che questo periodo può andare da 1 a 3 anni.

Risalire alla data di imbottigliamento dell’acqua non è però così difficile. Potendo rimanere confezionata per un massimo di 3 anni, l’acqua potrebbe essere stata imbottigliata fino a 3 anni prima della data di scadenza riportata sull’etichetta o sulla plastica della nostra bottiglia d’acqua.

Un esempio: se la data di scadenza indicata sulla bottiglia è il 18 settembre 2018, molto probabilmente l’imbottigliamento sarà avvenuto il 18 settembre 2015.

Riflessione: un’acqua che sta chiusa per tre anni in una bottiglia, stoccata e trasportata su due ruote, soggetta agli sbalzi climatici dell’ambiente e dei distributori che la rivendono, siamo sicuri rimanga salubre come appena imbottigliata?

Fonte RG Production



NaturaBlu

17/01/23

Potrebbe essere unimmagine raffigurante cibo e spazio al chiuso
L’ACQUA BOLLITA FA MALE, PERCHÉ LA SI CONTINUA A USARE PER CUCINARE?
L’acqua bollita fa male o, per lo meno fa peggio di quella normale. Tante persone scelgono di bere l’acqua in bottiglia perché non si fidano di quella del rubinetto o perché spesso ha un odore e un sapore sgradevole. Molti italiani scelgono ogni giorno di non bere l’acqua del rubinetto. Paradossalmente continuano a usarla per preparare le pappe dei bambini, cucinare le verdure e preparare the e caffè.
L’illusione è che bollendo l’acqua, si eliminino tutti i rischi per la salute, ma non è così.
Far bollire l’acqua è controproducente in quanto i nitrati e la maggior parte degli inquinanti (arsenico, cromo, bario, cadmio, trilometani, cianuri, metalli pesanti, ecc) si concentrano nell’acqua.
A differenza dell’acqua, gli agenti inquinanti non evaporano. Più il volume dell’acqua scende, più aumentano in proporzione le dosi di inquinanti. Ma c’è di più: i cibi cotti nell’acqua inquinata assorbono gli inquinanti che essa contiene.
Una prova di ciò? L’acqua distillata. L’acqua distillata è l’unica acqua che non contiene alcuna sostanza chimica. Come si ottiene? Raffreddando il vapore prodotto dalla bollitura. In altre parole, con la bollitura, tutto il “buono” dell’acqua evapora, mentre tutte le sostanze chimiche che conteneva, rimangono all’interno dell’acqua che non è evaporata.
Come raccomanda l’Associazione Italiana per la Ricerca contro il Cancro, per cucinare, fare il caffè, il the, e soprattutto preparare le pappe per i bambini, bisognerebbe evitare di bollire acqua non pura. Usare sempre un’acqua sicura e depurata come quella osmotizzata, microfiltrata o ultrafiltrata.
Fonte RG Production


RISCHI TUBATURE VECCHIE

Rischi tubature vecchie

RISCHI TUBATURE VECCHIE: SE L'ACQUA È POTABILE, PERCHÉ SGORGA SPORCA E MALEODORANTE DAL RUBINETTO?

Dotare ogni casa di acqua potabile, è ormai un servizio nazionale garantito dalla legge. Dai nostri rubinetti sgorga acqua potabile, un’acqua regolamentata, con agenti inquinanti che non superano i limiti consentiti dalla legge.

L’acqua che sgorga dai nostri rubinetti è senza dubbio potabile. La sua qualità viene garantita dai gestori del sistema idrico nazionale solamente fino al contatore. Cosa significa? Significa che dall’acquedotto al contatore, si garantisce la potabilità dell’acqua. Dal contatore al rubinetto, la qualità dell’acqua dipende da qualcosa che riguarda esclusivamente la gestione individuale o condominiale della propria abitazione, ovvero dalla condizione delle tubature.

Per usufruire di un’acqua priva di sostanze nocive come il piombo, non basta quindi affidarsi alla potabilità dell’acqua garantita dalla legge. Bisogna preoccuparsi dello stato di salute delle proprie tubature.

Specialmente se si vive in case costruite prima degli anni ’60, le tubature potrebbero essere usurate, piene di ruggine, piombo o calcare.

Tra tutte, il piombo costituisce la sostanza più pericolosa per la nostra salute. Il piombo è un metallo tossico che può causare disturbi neurologici e del comportamento, malattie cardiovascolari, ritardi nello sviluppo neurologico dei bambini, problemi ai reni, ipertensione, ridotta fertilità, aborti, ritardo nella maturazione sessuale e alterato sviluppo dentale.

Controllare la qualità delle tubature di casa è un buon modo per prevenire malattie e rischi per la salute.

I due sintomi delle tubature vecchie.
Acqua color marrone-rossastro. Se l’acqua assume questa colorazione, significa che c’è presenza di depositi ferrosi, come ruggine, dovuta a tubature vecchie o non utilizzate da tempo. Facendo scorrere l’acqua, il problema sembra risolversi. Se si ripresenta più volte, molto probabilmente la colpa è delle tubature e bisognerebbe procedere a un controllo.

Acqua con residui verdi. Generalmente, la presenza di residui sabbiosi dell’acqua è innocua. Quando l’acqua lascia dei residui verdi, specie nelle pentole in cui viene fatta bollire, molto probabilmente c’è presenza di rame nelle tubature e bisognerebbe quindi valutarne la sostituzione.


Fonte RG Production

Gli sterilizzatori a raggi UVC per il trattamento dell’aria, appunti tecnici


16 Aprile 2020, fonte WTS

.

Perché scegliere uno sterilizzatore per aria UV? La risposta ovvia e incompleta è per avere aria sana, ma perché scegliere la tecnologia UV e non altre soluzioni ? vediamo qui a seguire di entrare più nel dettaglio con dati e ragionamenti tecnici.

Abbiamo scelto di focalizzare sul tema di sterilizzare l’aria e non purificarla, al momento ci si preoccupa di rimuovere dall'aria batteri, microrganismi, virus compresi. La depurazione comprende aspetti organolettici che spesso rendono i dispositivi “accessori domestici”, senza una vera e propria caratteristica di rimozione dei microrganismi dall'aria. Gli impianti che abbiamo progettato e dimensionato sono per uso professionale . La potenza delle sorgenti luminose UVC è elevata. Si tratta di sorgenti che operano nella lunghezza d’onda necessaria per avere effetti di distruzione del DNA, sono lampade al mercurio in bassa pressione con un picco di emissione a 254 nm.

I nostri dispositivi non emettono luce diretta verso l’esterno per il semplice motivo che l’esposizione del corpo umano, e soprattutto degli occhi,  alle radiazioni ultraviolette nello spettro C sono estremamente pericolose: Quando vediamo ad apparecchi che diffondono direttamente luce violetta, ci vengono immediatamente in mente i giocattoli. La luce violetta non significa nulla se non il senso di pulizia, e se fosse effettivamente radiazione UVC sarebbe pericolosissima (ustioni, distruzione della retina etc…). Lasciamo da parte questi giocattoli per approfondire il tema dei nostri sterilizzatori.

Il flusso d’aria viene convogliato in una camera dove è presente una forte radiazione UVC.  La potenza emessa è calcolata in funzione della portata d’aria in maniera che la dose sia sufficiente a inibire la duplicazione del DNA distruggendo i microrganismi. Il dimensionamento è per 30.000 micro Joule/cm2 s. Al momento non vi è un dato scientifico sulla dose necessaria per inattivare il famigerato COVID-19, quello che possiamo dire è che SARS e virus influenzali simili hanno una dose di inattivazione tra gli 8000 e 20000 microJ/cm2S. Per maggiori informazioni sulla dose minima di radiazione UV potete consultare un articolo di qualche anno fa sui debatterizzatori UVC per acqua

Abbiamo in produzione diversi tipi di impianti da 60 e 150 e 600 metri cubi ora. Ossia,  posto un nostro Wat Air 60 in una stanza di 20 metri quadrati dopo un’ora avremmo la sterilizzazione dell’aria presente.

La produzione dell’Ozono opportunità e rischio da gestire

Forniamo gli impianti di timer temporizzatori in quanto, questi dispositivi hanno come effetto secondario la produzione di Ozono che ha effetti benefici di sterilizzazione, ma è potenzialmente pericolo e nocivo per la salute umana se concentrazione ed esposizione supera certi livelli. Una tabella in merito per una esposizione di 8 ore consecutive

PPBEffetti sulla salute umana
4Limite per esposizione prolungata no limit
20Limite massimo per esposizione
40No effetti avversi riscontrati
80Diminuzione della funzionalità polmonare
120Aumento più importante dei sintomi respiratori

La produzione dell’ozono è un effetto secondario, utile, ma deve essere gestito in quanto potenzialmente nocivo per la salute umana. Infatti non a caso la sterilizzazione degli ambienti con generatori di ozono abbisognano sempre di un processo di rimozione forzato dell’ozono residuo, con abbattimento catalitico o con ricambio d’aria. In un ambiente chiuso senza scambio di aria, i nostri impianti devono cessare di lavorare 2 ore prima dell’ingresso di persone in maniera da rimuovere per decadimento naturale l’ozono prodotto. Esempio in un ufficio di 20 mq, faccio funzionare l’impianto con il temporizzatore al mattino dalle 5 alle 6 in maniera continuata, per avere all’ingresso del personale alle 8 l’aria salubre sterilizzata senza presenza dannosa di ozono. L’ozono prodotto decade e scompare, dopo aver comunque svolto un effetto benefico sulle superfici a contatto con l’aria sterilizzata  con i nostri apparecchi

 Punti di forza

 E’ uno sterilizzatore e non un “purificatore” d’aria. Lavora sulla tecnologia UV C con lampade Philips in bassa pressione.

La dose di radiazione UVC emessa è calcolata per ogni impianto  per sterilizzare al passaggio l’aria.

La struttura interna è in alluminio per migliorare la riflessione della radiazione UV

La radiazione principale è a 254nm, questa lunghezza d’onda è disattiva la duplicazione del DNA di batteri, microrganismi, virus compresi

Le lampade emettono un picco secondario con lunghezza a circa 180nm (UV Vacum), il che porta a generare Ozono, O3, che funzioni battericide elevate.

In un ambiente chiuso, la saturazione con la produzione di Ozono è funzionale alla dimensione del volume totale. Esempio in una stanza di 20 mq, circa 60 m3 d’aria, una lampada UV da 16 Watt produce circa 200 mg /h, e satura quindi l’ambiente con una concentrazione di  3.2 mg/m3, ossia  1600 PPBV considerando che la concentrazione si dimezza in aria alla temperatura di 22 °C dopo un’ora di funzionamento la concentrazione finale è di circa 800 PPB ossia 0.8 PPM.

Questa concentrazione di Ozono è non sufficiente per aver certezza sterilizzare le superficie a contatto con la massa d’aria, ma sicuramente ha un effetto positivo

In locali con frequente scambio d’aria con l’ambiente esterno gli impianti possono funzionare di continuo, ad esempio in un negozio con frequente ingresso uscita del pubblico

Punti deboli

Ad oggi non esiste un dato certo sulla dose necessaria di radiazione UVC per inattivare il Virus COVID-19. I virus più vicini come tipologia, SARS e influenzali, hanno una dosa di inattivazione compresa tra 8000 e 20.000 microJ/cm2s

L’utilizzo in locali senza scambio d’aria deve essere effettuato in assenza di persone per un tempo limitato in proporzione a volume del locale e possibilmente 2 ora prima dell’accesso delle persone , oppure arieggiando la struttura (in questo caso si utilizza la capacità battericida dell’ozono sulle superfici)


Una gestione non corretta con esposizione prolungata all’ ozono presenta rischi per la salute umana, gli impianti devono sempre essere monitorati e programmati in funzione dei volumi da trattare.

Come programmare un impianto di sterilizzazione aria

Esempio di programmazione di un impianto WAT AIR 150 da installare in un locale di 40 mq. Generalmente un ufficio ha una altezza del soffitto di 3 metri, e quindi stimiamo una cubatura di 120 m3.   Voglio sterilizzare l'ambiente prima dell’ingresso del personale. Facendolo lavorare 1 ora, arrivo ad una saturazione leggermente sotto la soglia 1,o ppm. (150/120×0.8) (valore A). Questo valore di concentrazione di Ozono deve scendere sotto lo 0,08 PPM prima dell’ingresso di personale Valore B. Il calcolo si esegue matematicamente con il logaritmo in base 2 del rapporto tra valore iniziale e valore finale moltiplicato per 40. e fornisce il valore esatto del tempo necessario di decadimento.

In maniera pratica, con una temperatura ambiente di 20 °C per ogni ora di funzionamento è bene attendere 2 ore. Sempre che l’impianto abbia lavorato su una cubatura adeguata. Ossia se faccio lavorare un Wat Air 150 su di una cubatura di 60 m cubi devo fare le adeguate proporzioni per tempi di lavoro e tempi di decadimento.

 



EFFETTI DELLA QUALITÀ’ DELL’ARIA SUL NOSTRO ORGANISMO:

Gli adulti hanno un'assunzione d'aria fino a 20-30 kg al giorno.
Come tutti sappiamo, l'aria è il materiale più importante per il mantenimento della vita.
La medicina mostra che respirare l'aria pura può favorire la circolazione sanguigna. Tuttavia, il problema della qualità dell'aria ha sempre eroso le nostre vite ...

Il sondaggio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato che circa la metà delle persone del mondo sono esposte all'inquinamento atmosferico indoor e che il numero di persone che sono morte ogni anno nell'inquinamento ambientale indoor ha raggiunto i 4 milioni.

L'indagine dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ha rilevato che l'inquinamento ambientale indoor ha causato il 35,7% delle malattie respiratorie, il 22% delle malattie polmonari croniche, il 15% di bronchiti e cancro ai polmoni.


PURIFICATORI D’ARIA “AirPur” DI NATURABLU

Respira la differenza.

L'aria pulita è fondamentale per la salute.

I purificatori d’aria AirPur di Naturablu sono elettrodomestici che possono aiutarci a eliminare le sostanze potenzialmente tossiche sospese nell’ aria che respiriamo. In particolare, riescono a eliminare:

  • Polvere
  • Allergeni
  • Virus
  • Germi
  • Batteri
  • Altre sostanze inquinanti

Vi sorprenderà sapere che in casa, solo nel tappeto possiamo trovare fino a 8 volte il suo peso in sporcizia, pesticidi, liquidi provenienti dalle auto e veleni presenti sul suolo portati in casa dalle nostre scarpe.

Le sostanze inquinanti sospese nell’aria che respiriamo ci predispongono a diversi tipi di allergie, non solo a carico delle vie respiratorie. Le sostanze sprigionate dall’uso dei classici detergenti chimici che usiamo per pulire casa, per esempio, riescono a “sensibilizzare” la nostra pelle aumentando il rischio di dermatite allergica e altre infiammazioni.

I purificatori d’aria AirPur di Naturablu risultano ancora più utili per chi ha animali domestici. Questi elettrodomestici riescono a ridurre i sintomi di allergie al pelo di animali. Restando in tema allergie, riescono a migliorare la situazione di chi soffre di allergia agli acari della polvere, di sinusite ricorrente o ha altre patologie alle vie respiratorie come asma e infiammazioni varie. L’inquinamento domestico è tra le cause principali dell’allergia. Un buon purificatore d’aria può migliorare la situazione generale del soggetto allergico.

ALLERGIE

Le allergie sono aumentate drasticamente durante l'ultimo decennio.

  • Le allergie riducono il livello di concentrazione fino al 30%.
  • Più alta è la probabilità di imbatterci in allergeni e portatori di allergie, maggiore sarà il rischio di contrarre allergie.
  • Il rischio di contrarre le allergie non si riduce con l'avanzamento dell'età.

Le allergie e le malattie allergiche sono causate da una eccessiva reazione del corpo a quelle che in realtà sono sostanze innocue come peli di animali domestici, pollini, alimenti, medicinali e acari della polvere. Le reazioni inadeguate del corpo a questi allergeni sono chiamate reazioni allergiche. 

Queste reazioni si presentano con sintomi come: naso chiuso o gocciolante, lacrimazione eccessiva, prurito, irritazione cutanee e difficoltà respiratorie. Lo shock allergico è la reazione più pericolosa per la nostra salute causata da un allergene, che può anche provocare un arresto cardiaco. 

Il purificatore d'aria AirPur di Naturablu è una soluzione a questo tipo di problema. Infatti utilizzando il purificatore d'aria si può rimuovere oltre il 99,97% degli inquinanti nocivi presenti nell'aria interna.

ASMA

  • L'asma si può presentare a qualsiasi età.
  • Negli ultimi 20 anni il numero di persone asmatiche è aumentato in modo significativo.
  • Più del 90% dei casi di asma infantile sono dovuti dalla presenza di polvere e acari negli ambienti.
  • Quasi 1 bambino su 10 soffre di malattie respiratorie come l'asma.
  • Mediamente il 5.9 % degli adulti in Europa ha sofferto d'asma nell'età infantile.

L'asma è una malattia respiratoria che può provocare un'infiammazione delle vie respiratorie. 

I sintomi tipici dell'asma sono tosse secca e continua, tosse durante le ore notturne e difficoltà a respirare. Altri sintomi comuni sono l'ansia e irrigidimento del petto. L'asma può essere causata da fattori genetici, ma anche dalla presenza di acari e polvere negli ambienti, infezioni nelle vie respiratorie provocate sin dall'età infantile ed inalazione di fumi chimici. I fattori aggravanti dell'asma possono essere polvere, odori sgradevoli, fumo, forti raffreddori, ma anche forti reazioni emotive come la rabbia, la paura o la gioia.  

Il paziente può diminuire i sintomi, ma ricordiamo che l'asma deve essere curata da un medico.

Il purificatore d'aria AirPur di Naturablu rappresenta una soluzione per questo tipo di problema. Infatti, l'utilizzo del purificatore d'aria può rimuovere oltre il 99,97% degli inquinanti nocivi.

RAFFREDDORE

  • Uno starnuto può immettere nell'aria fino a 3000 gocce infettive a più di 100 miglia orari.
  • Virus del raffreddore e dell'influenza possono vivere fino a 24 h su superfici solide come scrivanie e tavoli.
  • L'influenza dopo 1 - 4 giorni dall'aver contratto il virus può provocare ostruzione alle narici, tosse, febbre, dolori muscolari e debolezza muscolare.
  • I virus influenzali possono colpire tutti a qualsiasi età.

Ogni anno durante l'autunno e l'inverno è importante difendersi da virus iniziando dall'abitazione domestica, che consideriamo "disinfettata" una volta che i tappeti ed i pavimenti sono stati puliti con l'aspirapolvere. Invece non è così, milioni di particelle influenzali possono restare sospese nell'aria e "cadere" sulle superfici che tocchiamo giornalmente. Una pulizia regolare con un disinfettante che distrugge virus e batteri può aiutare ad eliminare le particelle che sono cadute sui pavimenti, rubinetti e controsoffitti senza mai dimenticarci dell'importanza della qualità dell'aria che respiriamo in casa. 

Il purificatore d'aria AirPur di Naturablu è una soluzione a questo tipo di problema. I purificatori d'aria possono rimuovere i microbi delle più piccole dimensioni presenti nell'aria, riducendo la presenza di germi nocivi che non solo portano virus influenzali, ma anche polvere, pollini, muffe, peli d'animali e fumo che possono aggravare le allergie. 

ACARI E POLVERE

  • Le particelle della polvere sono generalmente prodotte dagli essere umani e dagli animali. La polvere domestica è un miscuglio composto da capelli, peli di animali domestici, pelle secca, tessuti, spore fungine, batteri e acari della polvere.
  • Quotidianamente cambiamo circa 1.5 grammi di pelle, che è sufficiente per alimentare milioni di acari della polvere. Un singolo acaro produce dai 20 ai 40 pezzi di escrementi al giorno.
  • La più alta concentrazione di escrementi rilasciati dagli acari della polvere in casa si verifica nei mesi di cambio stagione quali: Ottobre e Novembre, Marzo e Aprile.
  • In un singolo materasso possono vivere oltre 2 milioni di acari!
  • La polvere sottile riduce le aspettative di vita e può provocare molte malattie, soprattutto al sistema respiratorio. Le particelle inalate raggiungono i nostri bronchi per poi finire nel nostro circolo sanguigno.

Gran parte delle persone trascorrono circa il 90% del proprio tempo in luoghi al chiuso. Ecco perché la qualità dell'aria degli ambienti interni dovrebbe essere più importante rispetto a quella degli ambienti all'aperto.

L'aria inquinata ha una composizione diversa a causa del fumo, della fuliggine ed odori sgradevoli. Ogni giorno respiriamo tutte queste particelle aeree. 

I nostri filtri naturali sono le mucose presenti nel naso e nella gola. Esse possono catturare particelle di dimensioni fino a 5 µm, proteggendo così i polmoni dalla loro inalazione. Per esempio la dimensione del polline va dai 10 ai 100 µm, ma spesso le dimensioni di molte particelle presenti nell'aria sono più piccole di 5 µm. 

Il purificatore d'aria AirPur di Naturablu è una soluzione a questo problema. Infatti l'utilizzo del purificatore d'aria può rimuovere fino al 99,97% degli inquinanti nocivi.

ODORI SGRADEVOLI

  • Le persone che sono esposte al fumo negli ambienti interni rischiano 2-3 volte di più di contrarre malattie alle vie respiratorie.
  • Alcuni odori sgradevoli si riflettono negativamente nel tuo ambiente.
  • L'inalazione di vapori e odori può causare seri problemi alla salute.

Gli individui soffrono di questi sintomi in modo diverso e in svariate misure. Bisogna essere consapevoli della provenienza di questi contaminanti aerei potenzialmente pericolosi, questo è il primo passo verso la prevenzione. Le cause possono essere fumo, aria non fresca, cattivi odori della cucina e del bagno, inchiostro, toner, vernici, colle e detergenti chimici utilizzati per la pulizia. 

Evitare l'esposizione agli inquinanti aeriformi, che sono nocivi per la salute umana, non è sempre facile. Gli inquinanti esterni come i fumi industriali, i gas rilasciati dalle automobili e il fumo passivo sono spesso difficili da evitare. Per quanto riguarda l'aria degli ambienti interni abbiamo la possibilità di controllare e migliorare la sua qualità grazie ad un purificatore d’aria AirPur di Naturablu.


Inquinamento, Orb Media: lʼ83% dellʼacqua potabile contiene plastica

In Europa il 72% dei campioni è contaminato. Una bottiglietta da mezzo litro contiene mediamente 1,9 microfibre.


Inquinamento, Orb Media: l'83% dell'acqua potabile contiene plastica

In tutto il mondo l’acqua potabile, quella utilizzata anche per le utenze domestiche, è contaminata da microscopiche fibre di plastica. Lo rivela uno studio condotto da Orb Media, un’organizzazione no profit specializzata in giornalismo d’inchiesta con sede a Washington. Grazie alla collaborazione con i ricercatori dell’Università del Minnesota e dell’Università statale di New York, gli esperti di Orb hanno riscontrato la presenza del materiale inquinante nell’83% dei 159 campioni raccolti in città grandi e piccole di tutti i continenti.

Da tutti i rubinetti, compresi quelli del Congresso e della Trump Tower, escono piccolissime quantità di plastica. Il triste primato dell’acqua più inquinata spetta agli Stati Uniti, con il 94% dei campioni positivi, seguiti da Libano e India. Più rosea la situazione in Europa: nel nostro continente è stato riscontrato il tasso di contaminazione più basso (72%) con punte negative in Germania, Regno Unito e Francia. Ogni bottiglietta d’acqua che acquistiamo (500 millilitri) contiente mediamente 1,9 fibre, mentre chi vive negli Usa beve, in media, 4,8 microplastiche ogni mezzo litro.
 
L’invasione della plastica ha contaminato gli oceani, i fiumi, i laghi, l’aria e il suolo. Non c’è luogo sulla Terra "immune" dall’inquinamento. E le conseguenze potrebbero essere importanti, sia per l’ambiente sia per la salute della popolazione umana mondiale. "Le microfibre stanno impattando sulla fauna in modo preoccupante - ha detto Sherri Mason, la ricercatrice dell’Università di New York che ha supervisionato lo studio - come possiamo pensare che non stiano impattando su di noi?".

FONTE: 

TGCOM24 GREEN

6 SETTEMBRE 201716:28


IL NUOVO SCONTRO

Veneto, acque inquinate. Scontro con Lorenzin, Zaia: «Roma non tutela la salute»

Zaia: «Faremo una legge da soli». Lorenzin: «Questo rimpallo di responsabilità non è una buona cosa, mi sorprende che il governatore dica che il governo non agisce perché abbiamo individuato noi il problema qualche anno fa»

di Marco Bonet

Il governatore del veneto Luca Zaia

Il governatore del veneto Luca Zaia

Il Veneto «non può invocare autonomia sui piani vaccinali nazionali e dimenticare la propria responsabilità nell’attuazione di misure che lo vedono in primissima linea per quanto è accaduto e per quanto è stato finora compiuto». A un mese dal referendum indetto dal Veneto insieme alla Lombardia, Raniero Guerra, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, bacchetta il governatore Luca Zaia sull’orgoglio autonomista.

L’emergenza

«Quanto è accaduto», nelle parole di Guerra, è l’emergenza ambientale e sanitaria scoperta tra le province di Vicenza, Padova e Verona nell’estate del 2013, quando a seguito di alcune ricerche condotte dal Cnr fu segnalata nelle acque sotterranee, superficiali e potabili utilizzate da una ventina di Comuni e 350 mila persone la presenza di una concentrazione abnorme di sostanze perfluoroalchiliche (le Pfas), un componente chimico utilizzato per rendere le superfici impermeabili all’acqua, dai rivestimenti antiaderenti delle pentole ai tessuti per l’abbigliamento tecnico. Epicentro della contaminazione della falda, secondo l’Arpav, l’agenzia regionale per l’ambiente, sarebbe la Miteni di Trissino, fabbrica chimica dal 2009 di proprietà di International Chemical Investors Group, che però respinge ogni accusa, sostenendo di aver interrotto da sei anni la produzione dei pericolosi «Pfas a catena lunga» e di aver ereditato il grave inquinamento dalle gestioni precedenti, ossia Marzotto e Mitsubishi (con la multinazionale giapponese è in corso una causa, la procura di Vicenza sta indagando da gennaio su nove persone, tra attuali ed ex dirigenti).

Le misure

La scoperta del disastro ambientale ha spinto la Regione ad attivare immediate misure di sicurezza, con l’installazione di speciali filtri a carboni attivi sugli impianti, l’avvio di un piano di monitoraggio che ha coinvolto 84.795 persone tra i 14 e i 65 anni, l’allestimento di un piano di sorveglianza sanitaria pluriennale, la regolamentazione dei pozzi. Ma resta irrisolto il nodo dei limiti da apporre alla concentrazione delle Pfas nell’acqua potabile ed è su questo che ieri si è scatenato il nuovo braccio di ferro tra Zaia e il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dopo quello seguito alla decisione (poi ritirata) di Zaia di non applicare per due anni in Veneto la legge sull’obbligo vaccinale.
Il governatore aveva chiesto che fosse il ministero a fissare parametri validi su tutto il territorio nazionale e questo anche per mettere la Regione al riparo dai ricorsi presentati da quanti contestano l’arbitraria applicazione in Veneto, dal 2014, in via precauzionale, di limiti inesistenti nel resto d’Italia. Ma il ministero ha detto no, spiegando che lontano dal triangolo Vicenza-Verona-Padova non si riscontrano criticità tali da giustificare un simile provvedimento.

Zaia: «Atteggiamento scandaloso»

«Prendiamo atto dell’atteggiamento scandaloso del ministero – si è infuriato Zaia – che fa finta di non vedere la realtà e ci invita ad arrangiarci. La settimana prossima, in giunta, approveremo una drastica riduzione dei limiti». E l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin rilancia: «Per il ministero l’emergenza è solo qui ma è stato lo stesso Cnr ad evidenziare situazioni simili nelle aree industriali del Bormida e nel Bacino del Lambro, nell’area della concia di Santa Croce sull’Arno e in quella degli impianti chimici piemontesi di Spinetta Marengo». Guerra ricorda che «è in capo alle amministrazioni locali l’attuazione dei piani di sicurezza delle acque» mentre Lorenzin replica: «Questo rimpallo di responsabilità non è una buona cosa, mi sorprende che Zaia dica che il governo non agisce perché abbiamo individuato noi, insieme all’Istituto Superiore di Sanità, il problema qualche anno fa, invitando la Regione ad arginare gli alti rischi per la popolazione». E il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti annuncia che pochi giorni fa è stato approvato il decreto che sblocca gli attesi 80 milioni necessari per gli interventi strutturali di messa in sicurezza. Molto, ma non abbastanza se si pensa che la Regione ha stimato in 560 milioni i costi per il definitivo superamento dell’emergenza.

FONTE:

CORRIERE DELLA SERA / CRONACHE

22 SETTEMBRE 2017


LE ANALISI DELL’UNIVERSITÀ DI NAPOLI. L’IGIENISTA: RISCHI SOLO SE L’ASSUNZIONE È PROLUNGATA

«Acqua contaminata 
da un rubinetto su quattro»

Ricerca su 50 città in 17 regioni. Dai derivati del cloro ai batteri, le sostanze pericolose

(Azimut)
(Azimut)

Ma che cosa esce dai nostri rubinet­ti? Inquinanti chimici derivati dalla clo­razione e colibatteri che invece non do­vrebbe esserci. Lo studio della seconda università di Napoli, di cui il Corriere aveva anticipato i primi risultati nel­l’agosto 2008, è andato avanti e si è al­largato a 50 città italiane in 17 Regioni. La sorpresa è stata la comparsa anche di batteri che proprio la disinfezione (clorazione) dovrebbe eliminare.

L’obiettivo era quello di esaminare la qualità delle acque che si bevono: quelle dei rubinetti di abitazioni e quel­le minerali imbottigliate in Pet (le clas­siche bottiglie di plastica) di 24 diffe­renti marchi, corrispondenti al 73% del mercato. In totale oltre 35.000 analisi. Nelle città principali (Milano, Torino, Napoli, Roma, Venezia, Bari, Grosseto, Firenze, Pavia, Vercelli, Novara, Bolo­gna, Genova) i campioni prelevati dai rubinetti sono stati almeno una venti­na in case di zone diverse. Massimiliano Imperato, docente di Idrologia e Idrogeologia dell’università Federico II di Napoli e Direttore del Ce­ram (Centro europeo di ricerca acque minerali), è il coordinatore dello stu­dio. Spiega: «I risultati ottenuti indica­no elementi di criticità igienico-sanita­ria nelle abitazioni, dovuti soprattutto alla presenza di contaminanti di natura chimica (composti organo alogenati e trialometani) e microbiologica».

Quali sono le criticità individuate? Imperato riassume: «La presenza in un caso su 4 (circa 25% dei campioni di ac­qua potabile analizzata al rubinetto di casa) di contaminazione fecale proba­bilmente per una scarsa manutenzione delle tubature o dei serbatoi privati. In questi casi il 'carico' di cloro si rivela insufficiente per una completa disinfe­zione delle acque». Il secondo elemen­to di criticità è la presenza quasi siste­matica di trialometani (per esempio cloroformio) e di composti organoalo­genati (trielina, percloroetilene, diclo­roetano). Sottoprodotti chimici della pur fondamentale clorazione: i residui della reazione tra le sostanze presenti nell’acqua (sostanza organica, carica batterica e organismi patogeni) e addi­tivi disinfettanti. Più cloro, più sotto­prodotti «inquinanti».

Ovviamente questi dati riguardano solo i campioni esaminati. «Sì — dice Imperato — ma dovrebbero indurre a fare controlli proprio ai rubinetti e non solo a monte». I gestori degli acquedot­ti, infatti, devono per legge assicurare la disinfezione delle acque fino al con­tatore. Dopo i controlli andrebbero ri­chiesti dagli amministratori dei condo­mini, dai proprietari delle abitazioni. Eppure, sarebbe meglio valutare l’ac­qua proprio al rubinetto. L’eccesso di cloro da che dipendereb­be? Spiega Imperato: «In reti di distri­buzione molto lunghe e articolate, vi sono difficoltà nell’individuare il mini­mo dosaggio utile capace di assicurare la necessaria disinfezione delle acque evitando, allo stesso tempo, la forma­zione di sottoprodotti». I trialometani, in particolare, che mostrano forti varia­zioni di concentrazione nelle acque po­tabili in base alle stagioni. Quando è caldo occorre più cloro per disinfettare le acque. «Per questo andrebbero effet­tuati — insiste Imperato — almeno 4 controlli annui, e non uno solo come prevede la normativa». La distribuzione geografica dei con­taminanti mostra una netta prevalenza dei composti organo alogenati (te­tracloroetilene e tricloroetilene) nel Nord-Italia. Nelle Regioni del Sud (Pu­glia e Calabria) prevalgono i trialometa­ni, in particolare il cloroformio. Il bro­moformio è più presente nelle zone co­stiere della Toscana, bassa Liguria e Pu­glia ionica. I numeri: il 32,82% dei cam­pioni da rubinetto presenta limiti oltre la norma di composti organoalogenati; il 72,82% di trialometani; il 77,44% di entrambi.

Il problema è nei limiti am­messi. C’è disputa tra gli esperti sulle dosi minime tollerabili. E i batteri fecali? Dice Imperato: «Contaminanti di origine microbiologi­ca sono stati riscontrati nel 24% dei campioni da rubinetto analizzati». In particolare nel 5,56% è stata rilevata la presenza di Escherichia coli, nel 18,52% di Coliformi totali, nell’11,11% di Enterococcus faecalis. Inoltre nel 2% è stata rilevata la presenza di Pseudo­monas aeruginosa, nel 15% di Aeromo­nas hydrophila. Conclude Imperato: «In nessun caso è stata rilevata la pre­senza di indicatori di contaminazione fecale o ambientale nelle acque minera­li imbottigliate».

I rischi per la salute? Risponde Mar­co Guida, Igienista e tossicologo: «Re­centi studi hanno mostrato una correla­zione tra l’assunzione prolungata di ac­que clorate e l’aumentato rischio di cancro a prostata, vescica e retto». C’è poi la tossicità per fegato e reni. Infine, tracce di medicinali. «Mini­me — dice Matteo Vitali, chimico igie­nista de La Sapienza di Roma — ma che superano i depuratori del sistema fognario. E alla fine finiscono nei fiu­mi, nei laghi, in mare, nel suolo». Qua­li farmaci? Antibiotici, ansiolitici, an­ti- infiammatori. «Tant’è — aggiunge Vitali — che dal punto di vista normati­vo le aziende farmaceutiche dal 2000 devono anche presentare dossier relati­vi all’impatto ambientale dei principi attivi».

FONTE:

CORRIERE DELLA SERA / CRONACHE

MARIO PAPPAGALLO
12 MAGGIO 2009


Acqua in bottiglia contaminata dal batterio Pseudomonas, ordinato il ritiro

Il ministero della Salute ha diramato una circolare per chiedere il ritiro da supermercati e ipermercati dei lotti "incriminati"


La circolare diramata dal ministero della Salute

La circolare diramata dal ministero della Salute

Acqua contaminata in bottiglia [VIDEO]. Questo l'allarme lanciato dal ministero della Salute che in una circolare (consultabile sul sito ufficiale) ha chiesto il ritiro da supermercati e ipermercati dei lotti "incriminati". Ad essere interessata dal provvedimento è l'acqua della Fonte Cutolo Rionero in Vulture che, stando alla nota diramata dal ministero, presenterebbe il 'superamento dei limiti per il parametro Pseudomonas Aerugunosa'. In altre parole, l'acqua sarebbe contaminata da un batterio: lo Pseudomonas Aeruginosa. [VIDEO]

I lotti interessati

I lotti per i quali si è richiesto il #Richiamo sono otto e riportano i marchi Cutolo Rionero e Eurospin Blues, entrambi acque effervescenti naturali.

I consumatori sono stati invitati a controllare con attenzione l'etichetta ed, eventualmente, a restituire la merce al punto vendita. I codici da tenere "sott'occhio" sono: LR7248C, LR7249C, LR7250C, LR7251C, LR7252C, LR7253C, LR7254C e LR7255C con date di scadenza al 05/09/2018, 06/09/2018, 07/09/2018, 08/09/2018, 09/09/2018, 10/09/2018, 11/09/2018 e 12/09/2018. Il richiamo diramato dal ministero interessa i formati da un litro e da un litro e mezzo.

Pseudomonas Aeruginosa e rischi per la salute

Il batterio Pseudomonas aeruginosa è un piccolo bacillo ubiquitario (significa che può diffondersi al suolo, nell'acqua e anche in ambiente ospedaliero, ndr) che può provocare conseguenze anche gravi sulla salute dell'uomo. La sua capacità di adattamento a diverse condizioni di vita, anche avverse (può svilupparsi in un range di temperatura che va tra i 4 e i 42°C), lo rende uno dei batteri potenzialmente più pericolosi, soprattutto se si considera che è resistente a molti antibiotici e disinfettanti.

Tuttavia occorre segnalare che solo di rado la #contaminazione da Pseudomonas Aeruginosa può avere effetti irreversibili. In ambiente ospedaliero i soggetti maggiormente a rischio sono i diabetici, gli immunodepressi, i dializzati, quelli con respirazione assistita, gli ustionati e gli ammalati di fibrosi cistica.

Le manifestazioni del batterio consistono prevalentemente in infezioni polmonari, otiti, setticemie, infezioni oculari e urinarie. Lo Pseudomonas Aeruginosa è un "osservato speciale" dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per la sua particolare antibiotico-resistenza alla classe dei carbapenemi (una classe di antibiotici ad ampio spettro d'azione utilizzata esclusivamente in ambiente ospedaliero). #rischi

FONTE:

BLASTINGNEWS

MARCO BUA , CURATO DA MATTIA VAILATI

UBBLICATO IL: 22 SETTEMBRE 2017




Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Nullam porttitor augue a turpis porttitor maximus. Nulla luctus elementum felis, sit amet condimentum lectus rutrum eget.

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Nullam porttitor augue a turpis porttitor maximus. Nulla luctus elementum felis, sit amet condimentum lectus rutrum eget.



Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Nullam porttitor augue a turpis porttitor maximus. Nulla luctus elementum felis, sit amet condimentum lectus rutrum eget.


 

 

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Nullam porttitor augue a turpis porttitor maximus. Nulla luctus elementum felis, sit amet condimentum lectus rutrum eget.

Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Nullam porttitor augue a turpis porttitor maximus. Nulla luctus elementum felis, sit amet condimentum lectus rutrum eget.