Osmosi inversa con acqua molto dure: punti di forza e casi particolari
23 Maggio 2022
FONTE GWSL’osmosi inversa è un trattamento dell’acqua drastico, infatti le membrane osmotiche hanno la capacità di rimuovere sino al 96% delle sostanze disciolte in acqua.
E’ un trattamento che rimuove indistintamente gran parte dei Sali disciolti, ed interviene efficacemente dove l’acqua è oltremodo ricca di Sali e si ha la necessità di ridurli, siano essi nocivi o semplicemente in abbondanza.
Dove la presenza di nitrati è elevata il trattamento con l’osmosi inversa è indicato, così come è indicato nelle zone dove il PFAS imperversa.
Dove l’acqua è molto dura per la presenza di Carbonati di Calcio o Magnesio, trattare l’acqua con l’osmosi inversa ha senso per venir incontro alle esigenze di bere leggero.
Attenzione a non considerare la capacità di abbattimento omogenea, ossia capace di ridurre tutte le sostanze della stessa percentuale. Le membrane osmotiche non sempre hanno la capacità di fermare tutte le sostanze disciolte nell’acqua, una tra quelle che “bucano” è la co2 presente in acqua sotto forma di acido carbonico
Un caso particolare per ragionare
Recentemente siamo stati contatti da un installatore con un caso particolare, direi quasi estremo.
L’acqua osmotizzata risultava debolmente frizzante. Appurato che a valle non ci fossero sistemi di addizionamento di co2, abbiamo chiesto il valore della conducibilità in ingresso dell’acqua. 1600 micro Siemens con una durezza oltre i 50 °F
Il mistero era presto spiegato, le membrane scartano i carbonati e non l’acido carbonico, dove l’acqua è ricca di carbonati è anche ricca di acido carbonico che altro non è che CO2 in soluzione nell’acqua. Infatti è la presenza dell’acido carbonico che impedisce al calcare di precipitare, e se l’acido carbonico evapora, il calcare precipita.
In alcuni casi il fenomeno si percepisce con un gusto metallico/amarognolo, in casi limite, come una debole gasatura. Misurando il pH del permeato si deve leggere una valore assai basso (spesso al disotto di quanto richiesto dalla normativa (pH 6,5) ,scriveremo in seguito sull’argomento, questo è indice della presenza di Co2 nell’acqua
Come ovviare il problema
Regolando la valvola di miscelazione è possibile mitigare la percezione non gradevole, dove questa regolazione non è possibile o sufficiente è necessario “tamponare” l’acido carbonico presenze, utilizzando un filtro con calcite dolomitica. Consigliamo a seguire di inserire una ultrafiltrazione per proteggersi da rischi di carica batterica.
L’acqua molto dura, è comunque una brutta bestia e tende a rovinare in maniera anticipata anche i sistemi di trattamento.
Gli organi elettromeccanici e meccanici di un impianto ad osmosi a produzione diretta subiscono l’usura del tempo in maniera anticipata se non interviene con un pretrattamento efficace. L’utilizzo di filtri per inibire la precipitazione del calcare a monte delle dell’impianto sono vivamente consigliati.
Come sempre non esistono soluzioni magiche ma ogni scelta deve essere ragionata.
Inquinamento, Orb Media: lʼ83% dellʼacqua potabile contiene plastica
In Europa il 72% dei campioni è contaminato. Una bottiglietta da mezzo litro contiene mediamente 1,9 microfibre.

In tutto il mondo l’acqua potabile, quella utilizzata anche per le utenze domestiche, è contaminata da microscopiche fibre di plastica. Lo rivela uno studio condotto da Orb Media, un’organizzazione no profit specializzata in giornalismo d’inchiesta con sede a Washington. Grazie alla collaborazione con i ricercatori dell’Università del Minnesota e dell’Università statale di New York, gli esperti di Orb hanno riscontrato la presenza del materiale inquinante nell’83% dei 159 campioni raccolti in città grandi e piccole di tutti i continenti.
Da tutti i rubinetti, compresi quelli del Congresso e della Trump Tower, escono piccolissime quantità di plastica. Il triste primato dell’acqua più inquinata spetta agli Stati Uniti, con il 94% dei campioni positivi, seguiti da Libano e India. Più rosea la situazione in Europa: nel nostro continente è stato riscontrato il tasso di contaminazione più basso (72%) con punte negative in Germania, Regno Unito e Francia. Ogni bottiglietta d’acqua che acquistiamo (500 millilitri) contiente mediamente 1,9 fibre, mentre chi vive negli Usa beve, in media, 4,8 microplastiche ogni mezzo litro.
L’invasione della plastica ha contaminato gli oceani, i fiumi, i laghi, l’aria e il suolo. Non c’è luogo sulla Terra "immune" dall’inquinamento. E le conseguenze potrebbero essere importanti, sia per l’ambiente sia per la salute della popolazione umana mondiale. "Le microfibre stanno impattando sulla fauna in modo preoccupante - ha detto Sherri Mason, la ricercatrice dell’Università di New York che ha supervisionato lo studio - come possiamo pensare che non stiano impattando su di noi?".
FONTE:
TGCOM24 GREEN
6 SETTEMBRE 201716:28